Le bollette della luce dovranno cambiare entro fine anno, è quello che ha imposto l’Europa a tutte le Nazioni dell’Unione, così da favorire la leggibilità e la piena comprensione delle voci presenti.
Il Governo si sta già adeguando alle nuove regolamentazioni ed i risultati si potranno vedere già dal 2023. I cambiamenti in Italia comprendono le modifiche di alcune voci della bolletta ed anche l’eliminazione del Canone RAI.
La bolletta della luce dovrà cambiare per rispettare le nuove norme europee, che non permetteranno più ai fornitori di riscuotere “oneri non collegati al settore dell’energia”.
Attualmente i dati presenti sulla bolletta sono:
Spesa per la materia prima energia, ovvero il costo dell’energia elettrica in aggiunta ad alcuni costi fissi.
Spesa per il trasporto e la gestione del contatore, che conta i costi inerenti al trasporto ed alla manutenzione delle reti elettriche di distribuzione ed i contatori.
Oneri di sistema, che comprende i costi a copertura di attività di interesse generale per il sistema elettrico
IVA e Accise, dove l’IVA viene applicata al costo complessivo del servizio, mentre l’accisa è un’imposta indiretta sul consumo elettrico.
Codice POD, che identifica la fornitura luce
Numero cliente, il codice assegnato al contratto
Potenza impegnata, ovvero il livello di potenza che può raggiungere il contatore
Intestatario, quindi chi ha stipulato il contratto
PCV, che sta per Prezzo di Commercializzazione Vendita, è una quota fissa mensile
Consumi fatturati / consumi stimati, i consumi che possono essere stimati rispetto a quelli precedenti o rilevati tramite autolettura.
Oltre a questi compare ovviamente il canone Rai, inserito in bolletta dal 2016 che prevedeva l’obbligo di pagamento di 90 euro l’anno, permettendo l’esonero solo per una piccolissima percentuale degli italiani.
Ora il Governo dovrà trovare un altro posto a questa tassa, sempre che la si voglia mantenere in vigore, dato che sono stati molti i partiti che in campagna elettorale promettevano l’abolizione completa del canone.
Sempre grazie al Decreto Bollette 2022, seguendo le direttive europee, si potrà finalmente venire a conoscenza precisa delle voci comprese nelle “spese per oneri di sistema”, che fino ad ora sono risultate molto vaghe o addirittura ignoti.
Il Codacons da tempo si dichiara favorevole all’abolizione totale del canone Rai, tanto che il segretario nazionale Francesco Tanasi, ha dichiarato: “Riteniamo che i tempi siano ormai maturi per procedere a una abolizione totale del canone Rai, considerato il nuovo scenario del mercato televisivo italiano e la possibilità per la Rai di concorrere ad armi pari con le altre reti attraverso la raccolta pubblicitaria”.
I vertici Rai ovviamente non si ritengono per niente in accordo con queste affermazioni, infatti per Riccardo Laganà, il consigliere d’amministrazione Rai quest’abolizione apporterebbe 0 vantaggi per la comunità e tanti vantaggi per il Governo che verrà e per i partiti che puntano ad una tv asservita.
Laganà ribatte: “C’è chi spara le solite ultime cartucce per cercare di racimolare qualche voto in più. Spara però a polveri bagnate, chiedendo l’abolizione del canone radiotelevisivo, copiando in malo modo la rottamatrice tattica già adottata nel 2016 quando il canone venne abbassato da 113 euro a 90. Un risparmio per ogni famiglia di 24 centesimi al giorno, come giustamente ricorda UsigRai, con cui a malapena ci si potrà comprare una fetta di pane. Vantaggi per la comunità: zero, ma in compenso tanti vantaggi per il governo che verrà, che in ipotesi potrà far fuori subito gli attuali vertici Rai, in silente attesa, nominati dal precedente governo e quindi probabilmente non graditi al futuro, e che potrà tenere con un guinzaglio cortissimo i futuri manager come accade abitualmente con la diabolica e dannosa legge 220/15 di riforma Rai”.