Bonifici e prelievi, scattano i controlli: cosa non fare mai
Nonostante non si tratti di uno scambio di denaro contate, anche i bonifici rientrano spesso nel mirino dell’Agenzia delle Entrate, che potrebbe richiedere specifiche riguardo l’invio o la ricezione di certi importi.
Lo scambio di denaro contante sarà limitato nel 2023 a non oltre i 1000 euro, ma cosa succede se si pagano grandi somme di denaro tramite bonifico? Oltre una certa soglia potrebbero scattare controlli e multe?
Come funzionano i controlli
Con la riduzione del contante in favore dei pagamenti elettronici, in molti effettuano le transazioni digitali per i pagamenti di beni di qualsiasi genere. Per il 2023 inoltre il Governo ha deciso di abbassare ulteriormente il tetto massimo dei contanti che possono essere usati per acquistare beni e servizi, portandolo dal massimo di 2mila euro ai 1000 euro a partire dal 1° Gennaio 2023.
L’Agenzia delle Entrate ed il Fisco hanno spostato i loro controlli concentrandosi anche sui conti correnti, sui pagamenti, sui versamenti e sulle somme depositate, così da avere un maggiore tracciamento delle somme di denaro, evitando il riciclaggio e l’evasione fiscale.
In particolare, il Fisco ha la possibilità di controllare:
- quantità di soldi depositati ed in quale istituto
- quantità esatte di prelievi effettuati dagli ATM o dagli sportelli
- quantità di versamenti effettuati
- azioni e titoli presi in gestione dalla banca per conto del cliente
- il contenuto delle cassette di sicurezza, se presenti
L’Agenzia delle Entrate è quindi molto più limitata rispetto al Fisco, in quanto ha il permesso di controllare solo i conti correnti dei cittadini.
Quale cifra non va mai superata
Il cittadino privato non ha grandi limitazioni in quanto, a parte i limiti imposti dalle proprie banche, dalla Posta e dai propri contratti, può disporre abbastanza liberamente dei suoi soldi, prelevandoli sia presso gli sportelli che tramite ATM.
Quando si decide di prelevare una somma molto sostanziosa si potrebbe tuttavia incorrere nelle richieste dei chiarimenti da parte della banca, che sarà poi libera di contattare i controlli nel caso in cui il movimento risulti sospetto.
La banca infatti ha il potere di mandare le informazioni direttamente all’Amministrazione Finanziaria che può inserire i movimenti nell’Anagrafe dei conti correnti. L’Anagrafe dei conti correnti non è altro che un enorme archivio digitale risalente al 2011 e previsto nel decreto Salva Italia, durante il Governo Monti.
I controlli sui bonifici scattano quasi automaticamente quando vengono effettuati degli scambi di denaro tra due persone, concentrando l’attenzione soprattutto sul ricevente della somma, che potrebbe farne un uso illegale.