Poliziotto si toglie la vita a Roma, ennesimo suicidio: cosa sta succedendo?
Dolore e sgomento: Un’altra tragedia tra le forze dell’ordine, un poliziotto a Roma si suicida con la propria pistola d’ordinanza lasciando tre figli piccoli e moglie. Ancora incerte le cause, famiglia e colleghi cercano risposte.
La pistola di ordinanza è l’arma con cui si è tolto la vita il poliziotto trentasettenne a Roma il pomeriggio del 4 ottobre, lasciando per sempre la moglie e 3 figli piccoli.
Il poliziotto si sarebbe tolto la vita nel suo appartamento sparandosi un colpo alla testa. Il fatto è accaduto in via di Santa Petrosilla, un quartiere di Ardeatino tra via Cristoforo Colombo e via delle Sette Chiese a Roma. Sul posto sono intervenuti i sanitari del 118 che hanno fatto di tutto per rianimare l’uomo ma oramai era troppo tardi, il poliziotto trentasettenne non ce l’ha fatta. Presenti anche i Carabinieri sul posto che avvieranno un’indagine per approfondire le cause di questo atroce gesto.
Qualche mese fa un altro agente si era suicidato in caserma, a Terracina, dove prestava servizio. Il poliziotto, cinquantenne, sposato e con due figli adolescenti, prestava servizio alla Polizia Stradale e, prima di quel giorno, non aveva mai dato segni che potessero far pensare a un gesto estremo. L’uomo si era sparato utilizzando la pistola d’ordinanza.
Suicidi delle forze dell’ordine: i dati sconvolgenti
C’è del mistero ma anche un’unica certezza, i dati. Sono 54 i casi di suicidi contati dall’inizio del 2019 nella Polizia di Stato, dati che non possono essere ignorati in quanto rappresentano un vero e proprio segnale d’allarme. Sicuramente quello delle forze dell’ordine è un ruolo pieno di responsabilità che porta ogni giorno alla persona un forte stato di stress, il tutto amplificato da una vita condotta da regole militari rigide anche per chi è all’interno dei corpi civili.
Purtroppo, è complicato stabilire con certezza la correlazione tra il ruolo e la vita privata di ogni individuo, soprattutto valutarne lo stato interiore piu nel profondo, anche perché la persona che decide di compiere un atto talmente estremo cela una sofferenza di cui è impossibile stabilirne le cause senza avere un quadro completo.
Famiglia e colleghi del poliziotto trentasettenne piangono l’accaduto e cercano risposte anche se queste non potranno assopire il dolore della loro perdita. Per ora, comunque, non sono disponibili ulteriori elementi, le indagini approfondiranno più da vicino le ragioni che hanno portato il poliziotto romano a compiere questo gesto.