“Io non pago” gli italiani scendono in strada: cosa succede da nord a sud
L’aumento delle bollette previste per quest’inverno non hanno di certo avuto un’accoglienza piacevole, tanto che nel mondo stanno nascendo dei veri e propri movimenti che minacciano di non pagare le prossime bollette in arrivo.
Il movimento è nato su Twitter come hashtag ed ha raggiunto Telegram in pochissimo tempo, qui il movimento “Io non pago” sta raggiungendo cifre altissime, comprendendo tutti gli italiani che non hanno alcuna intenzione di pagare gli aumenti delle utenze.
Il movimento “io non pago” ed il suo obiettivo
“Giù le bollette o dal 30 novembre non le saldiamo più”, questa è la frase che il gruppo di persone vuole condividere con il mondo, così da creare un fronte comune che possa far agire il Governo in maniera decisiva sugli aumenti proibitivi delle utenze, già iniziate da qualche mese e che sembreranno peggiorare per tutto il prossimo anno.
Il movimento di protesta ha preso spunto da quello britannico già presente e l’obiettivo è quello di dar vita ad un’organizzazione di tipo nazionale, gli organizzatori scrivono: “Puntiamo a un milione di adesioni entro il 30 novembre, data in cui se il governo non avrà messo in atto garanzie per far fronte all’aumento dei prezzi dell’energia, inizieremo con l’autoriduzione o il non pagamento delle bollette”.
Nei giorni scorsi la protesta ha già preso vita in alcune città Italiane, come Bologna, Torino, Napoli, Cagliari e Taranto, creando dei falò con le bollette ricevute e non pagate.
Una grande manifestazione del gruppo è programmata per il 5 Novembre, dove verranno creati nuovi roghi per ottenere la piena attenzione del Governo e spingerlo ad attuare interventi straordinari entro il 30 dello steso mese.
Dove nasce il movimento
Il movimento nasce da una campagna creata in Inghilterra intorno a Maggio-Giugno ed in breve si è diffuso in tutta Europa con l’obiettivo di raggiungere un milione di persone entro il 30 Novembre. Uno degli organizzatori ha dichiarato: “La campagna nasce perché crediamo che quello che sta succedendo non può essere accettato: nove milioni di persone sono prossime alla povertà energetica, una famiglia su tre è costretta a scegliere se mangiare o pagare le bollette e la situazione di morosità diffusa ha raggiunto in Italia quasi il 20 per cento. Questa situazione non parte da oggi, ma è frutto di una speculazione finanziaria che nasce, prima dello scoppio della guerra, per scelte fallimentari del governo. Noi diciamo che questa crisi non la vogliamo pagare perché non ci sentiamo responsabili e devono pagarla i veri responsabili ossia le banche, i mercati che stanno facendo speculazione, le compagnie del fossile che non hanno fatto nulla per una transizione energetica. Questa crisi sia pagata dai ‘signori’ della guerra che ci hanno portato, con questa escalation, nella situazione in cui il governo, invece di mettere in sicurezza le famiglie, ha pensato ad aumentare le spese militari”.