Attenzione ai requisiti per non perdere l’assegno di reversibilità
La pensione di reversibilità è un sostegno economico che spetta ai componenti della famiglia di una persona che è venuta a mancare, per mantenerla a lungo però è importante sapere che servono precisi requisiti.
La morte di un parente o di un coniuge è già di per sé un evento traumatico, l’INPS garantisce ai superstiti una sorta di “eredità della pensione” che in teoria non ha una scadenza ma in alcuni casi potrebbe venir revocato.
Come ottenere la pensione di reversibilità ed a quanto ammonta
L’INPS utilizza due tipi di trattamenti pensionistici, uno in caso del decesso di un pensionato ed uno in caso del decesso di un lavoratore assicurato.
Nel primo caso l’importo sarà comprensivo solo di una parte dell’assegno che percepiva il defunto pensionato. La seconda opzione, detta anche pensione indiretta, viene riconosciuta nel caso in cui il lavoratore abbia almeno 15 anni di anzianità assicurativa e contributiva oppure 5 anni di cui almeno 3 immediatamente precedenti alla morte.
L’importo può essere ridotto fino al 50% nel momento in cui il destinatario supera una certa soglia di reddito. Esistono comunque delle eccezioni, la pensione di reversibilità infatti non viene ridotta nel caso in cui la persona superstite abbia a carico figli minori, studenti o inabili.
Per ottenere la pensione di reversibilità bisogna fare domanda telematicamente attraverso il sito INPS, andando nell’apposita sezione. In alternativa si può chiamare il contact center INPS, rivolgersi al patronato od al CAF. Il periodo massimo per fare richiesta è di 10 anni dalla morte del lavoratore o pensionato, data oltre la quale si andrebbe in prescrizione, e per l’elaborazione della pratica potrebbero volerci anche 30 giorni.
Quanto dura la pensione di reversibilità?
La pensione di reversibilità, che garantisce un’entrata economica in tutte le famiglie in cui è avvenuto il decesso di un lavoratore o percettore di pensione, in teoria non dovrebbe scadere mai.
Non esiste una durata temporale fissata per legge, tuttavia ci sono casi in cui si può essere interrotta, come ad esempio:
- quando il coniuge divorziato si sposa con un’altra persona si potrebbe perdere l’accredito dell’intero importo in maniera permanente
- quando i figli inabili trovano lavoro, a meno che non sia previsto tra le ipotesi della Circolare INPS 15/2009
- quando i figlio maggiorenni interrompono gli studi o superano i 21 anni (o 26 anni, se continuano il percorso di studi). Inoltre i figli studenti avranno la pensione di reversibilità garantita anche nel momento in cui si trovano a svolgere un’attività lavorativa che non gli permette l’autonomia.
- quando i genitori percepiscono altre pensioni
- quando i fratelli inabili si sposano (se a carico del defunto).