Pensioni in aumento da ottobre: le cifre minime e massime
Parte la rivalutazione degli assegni pensionistici: ecco gli aumenti che scatteranno dal mese di ottobre.
Sulla base dell’inflazione 200 è stata prevista una misura di sostegno per le prestazioni pensionistiche, applicabile su tutti coloro che ricevono un assegno fino a un massimo di 2.692 euro.
Si tratta di una misura solo transitoria, che andrà applicata sul trattamento pensionistico lordo complessivo in pagamento per le mensilità di ottobre, novembre e dicembre 2022, compresa la tredicesima. Non solo: nel mese di novembre verrà riconosciuto anche il conguaglio relativo alla differenza provvisoria calcolata precedentemente e quella effettiva dell’1,9%.
Nuovi assegni pensionistici: tutte le percentuali di aumento per il 2022 e il 2023
A quanto ammonteranno effettivamente gli aumenti pensionistici? Per la pensione minima di 524 euro ci sarà un incremento lordo di circa 11 euro al mese. Passando all’assegno da 1000 euro, invece, abbiamo un introito di 70-80 euro circa. La pensione di duemila euro si vedrà incrementata di 130 euro, mentre per il tetto massimo di 2.692 ci saranno 160-170 in più.
Si tratta di aumenti decisamente contenuti pensati per incidere in qualche modo positivamente sulla diminuzione del potere d’acquisto per i cittadini, a fronte di un’inflazione cresciuta quasi al 9%. Oltre a questo anticipo dell’ultimo trimestre del 2022, nel 2023 ci sarà la rivalutazione definitiva dei trattamenti previdenziali, basata su percentuali per fasce.
Si procederà in questo modo: la rivalutazione sarà del 100% per gli assegni fino a 4 volte il minimo Inps (fino a 2.096 euro), 90% tra 4 e 5 volte (tra i 2.096 e i 2.620 euro), e 75% per gli assegni che superano questa soglia. Secondo il meccanismo della perequazione automatica l’anno prossimo gli assegni saranno incrementati mensilmente per una percentuale che si aggira intorno al 7-8%.
Un incremento delle pensioni comporta una notevole spesa per lo Stato italiano: si parla di cifre pari a 32 miliardi di euro lordi nei prossimi tre anni (5,7 miliardi nel 2023, 11,2 miliardi nel 2024 e 15,2 miliardi nel 2025). Subito dopo le elezioni del 25 settembre il nuovo governo dovrà affrontare la questione pensioni e prevedere una riforma in breve tempo: per i prossimi mesi, in ogni caso, ad essere attiva sarà ancora la legge Fornero.
Per il nuovo esecutivo è già stata stilata una lista di priorità a cui prestare attenzione fin dal primo giorno di insediamento: c’è da scommettere che la riforma delle pensioni rientri in questa lista prioritaria, ma si dovrà capire se le diverse coalizioni in lista riusciranno a trovare un punto di incontro per trasformare le idee in leggi concreti che vadano davvero a creare un beneficio per le tasche sempre più vuote degli italiani.