Il 25 settembre tutti alle urne: cosa succede a chi non va mai a votare
Si avvicinano le elezioni politiche 2022 e sono molti gli elettori che hanno espresso già la volontà di non recarsi alle urne: quali sono le conseguenze per chi non vota?
Il diritto al voto è acquisito da qualsiasi cittadino italiano al compimento della maggiore età: l’articolo che lo disciplina ne parla come di un dovere civico e non ne menziona l’obbligatorietà.
Il 25 settembre 2022 gli italiani saranno chiamati alle urne per esprimere le proprie preferenze: i risultati delle elezioni politiche saranno fondamentali per la formazione del nuovo Governo e per stabilire, quindi, il nuovo indirizzo politico che caratterizzerà il Paese nei prossimi anni. Una scelta importante, ma difficile, che raccoglie molto scetticismo: sono tanti i cittadini italiani che hanno espresso la volontà di non recarsi alle urne in questa tornata elettorale perché non si sentono rappresentati dai diversi candidati e partiti in lizza. I numeri dell’astensionismo in Italia sembrano destinati a crescere.
Diritto al voto, quando e come si perde: c’entra l’astensionismo?
Non tutti sanno che in alcuni casi il diritto al voto può essere perso ed in particolare quando viene dichiarata l’incapacità civile del cittadino, per effetto di una sentenza penale irrevocabile o per indegnità morale. La nostra Costituzione non considera il voto come un obbligo, ma come un dovere civico. esiste, però, una vecchia disposizione che invita il cittadino a giustificarsi in caso di astensione dal voto. Quando non sussistevano valide ragioni per il voto mancato, il cittadino veniva incluso in passato nell’elenco degli astenuti che era pubblicato per un mese nell’albo comunale.
Durante i cinque anni successivi, poi, l’elettore veniva considerato poco attento ai propri doveri e il suo comportamento era segnalato nel certificato di buona condotta. Fortunatamente questa disposizione è stata abrogata: attualmente chi non esercita i propri diritti politici non deve giustificarsi e non può essere segnalato in alcun modo.
Ricapitolando, il diritto al voto è sancito dalla Costituzione e tutti i cittadini lo acquistano con il raggiungimento della maggiore età. Si perde o decade solo in seguito ad alcuni reati con condanna definitiva e non esistono norme che regolano l’eventuale astensione dall’esercizio di questo diritto. Non è possibile, dunque, che il mancato voto possa ostacolare, pregiudicare o condizionare negativamente la valutazione di una prova per un concorso pubblico o dell’inserimento in un’eventuale graduatoria. Naturalmente, però, l’astensione al voto comporta una conseguenza: la mancata espressione della propria scelta si traduce, di fatto, in un voto in meno per uno degli schieramenti in corsa alle elezioni.