Tutti i debiti e tutte le tasse hanno una data di scadenza. Anche quando abbiamo a che fare con l’Agenzia delle Entrate. Tecnicamente stiamo parlando di prescrizione.
Ad un certo punto, tasse, imposte e debiti non devono essere più pagati. Vediamo nel dettaglio il perché.
Tutti i debiti e tutte le tasse hanno quindi una scadenza. Anche quando si tratta dell’Agenzia delle Entrate. Tecnicamente parliamo di prescrizione: tasse, imposte e debiti ad un certo punto non vanno più pagati. Lo stesso discorso vale anche per le cartelle esattoriali, che sono state emesse proprio perché ci siamo dimenticati di pagare qualcosa.
Questo significa semplicemente che ad un certo punto non dovremo più preoccuparci dei nostri creditori. Che sia un privato o l’Agenzia delle Entrate. Non importa con chi abbiamo contratto un debito e quali siano i motivi per cui non siamo riusciti a pagare.
Dopo un certo periodo si possono dormire sonni tranquilli perché tutto va in prescrizione. Attenzione però perché non tutto va in prescrizione dopo lo stesso numero di anni. E soprattutto la prescrizione arriva solo e soltanto quando accade qualcosa di particolare. Scopriamo insieme quando possiamo considerarci liberi da “impegni”.
Quali potrebbero essere i debiti che abbiamo contratto con l’Agenzia delle Entrate? In questo caso, un eventuale credito è legato unicamente a dalle tasse o delle imposte che non abbiamo pagato. Solo in casi rari l’Agenzia delle Entrate Riscossioni si occupa del bollo auto per la Sardegna e per il Friuli Venezia Giulia.
Iniziamo a tracciare una prima differenza tra le tasse e le imposte spiegandolo brevemente:
Ma quando vanno davvero in prescrizione le imposte e le tasse? In dieci anni, anche se in alcuni casi la giurisprudenza ritiene che questa possa avvenire in tempi più brevi. Uno dei casi più emblematici in questo senso è quella costituita dall’Irpef, che va in prescrizione in 10 anni. Alcune però anche nell’arco di cinque anni, come ad esempio l’Iva, che dovrebbe seguire la regola generale della prescrizione in dieci anni, ma si è sviluppata una giurisprudenza minoritaria che prevede la prescrizione in cinque anni.