Fisco, segnatevi questa data: non sarà un bellissimo giorno
Il fisco dal prossimo 4 settembre concederà solo 30 giorni per pagare le cartelle esattoriali. E non più i 60 giorni concessi causa pandemia.
Si stima che siano almeno 16 milioni gli italiani con qualche pendenza di pagamento. Vediamo nel dettaglio.
Dal 4 Settembre cambia tutto: il fisco non darà più proroghe per i pagamenti delle cartelle esattoriali. La tregua fiscale quindi finisce la prossima settimana. Difficilmente lo Stato interverrà per prorogare.
Segnatevi questa data, il fisco: proroghe finite
In sostanza dal 4 settembre la regolarizzazione delle comunicazioni relative ai controlli automatici sull’Irpef e sull’Iva deve avvenire entro 30 giorni dal ricevimento della prima comunicazione o di quella definitiva emessa a seguito della eventuale ricalcolo delle somme a debito. E non più entro 60 giorni come è stato stabilito dal governo a metà maggio. Il dimezzamento dei tempi rischia di mettere in affanno gli italiani già alle prese con una mitragliata di rincari che da mesi non da tregua.
L’aspetto negativo è che si avrà solo la metà del tempo per pagare le tasse dovute, gli interessi e la sanzione ridotta a 1/3 rispetto quella ordinariamente prevista nei casi di omesso e tardivo versamento di imposte. In caso di avviso telematico all’intermediario che ha trasmesso la dichiarazione, il termine per effettuare il pagamento e fruire della sanzione ridotta è di 90 giorni dalla trasmissione dell’avviso. La sanzione applicabile in caso di omesso o tardivo pagamento di imposte è pari al 30% ma viene dimezzata se il versamento è effettuato con un ritardo non superiore a 90 giorni.
Se si effettua il pagamento con ritardo inferiore a 15 giorni la sanzione è ulteriormente ridotta all’1% per ciascun giorno di ritardo. Quindi chi prima paga meno spende. Sempre che possa sganciare i soldi richiesti. E se non si vuole o non si può cominciare a pagare? Trascorsi 90 giorni dall’invio della comunicazione il fisco si attiverà per il meccanismo di riscossione, aggiungendoci interessi e sanzione in misura piena. Nel caso il contribuente possa vantare dei crediti fiscali può portarli in compensazione così da ridurre o annullare l’importo della cartella.
Fisco: gli atti da riscuotere, attenzione al giorno
«Abbiamo 130-140 milioni di cartelle, 240 milioni di crediti da riscuotere circa 16 milioni di cittadini iscritti a ruolo», dichiara Ernesto Maria Ruffini, direttore dell’Agenzia dell’Entrate che siede sopra un gruzzolo virtuale di 1.100 miliardi di euro. Virtuale perché solo una minima parte è effettivamente intercettabile. Per il resto i crediti non riscossi all’aprile scorso aveva sfondato il tetto dei 1.100 miliardi di euro.
Da quanto risulta dagli atti depositati in commissione si tratta di un magazzino unico al mondo. Nessuno tiene un magazzino di 22 anni di crediti non riscossi. Si fanno delle scelte, quindi inutile continuare a iscrivere a bilancio crediti fiscali virtuali che si sa bene non sarà mai possibile incassare. È pur vero che l’aumento del magazzino è dovuto anche alla sospensione della pandemia: posticipo dall’invio di cartelle negli anni 2020 e 2021.