L’estate rovente dei voli aerei ce lo ha insegnato ancora una volta: viaggiare è un diritto, rispettare i tempi un dovere. Cosa succede quando ci sono ritardi.
I treni ad alta velocità sono sempre più puntuali, tuttavia per ragioni non dipendenti dalla loro volontà, anche loro possono subire ritardi importanti.
Un’estate rovente. E non solo per il caldo africano che (forse) ci sta finalmente lasciando. Un’estate difficile per i viaggi tra truffe di case mai trovate nonostante la caparra versata, e la cancellazione dei voli aerei, già pagati ovviamente. Dopo l’uscita dal Covid, non è stato dei migliori il ritorno al viaggio da ‘liberi’. E neppure gli automobilisti sorridono visti gli aumenti sconsiderati dei prezzi carburante.
E ai treni come è andata? Nessun problema ‘clamoroso’, i soliti disagi per i pendolari alle prese con ritardi fisiologici e treni sempre pieni, spesso senza neppure l’aria condizionata. Per quanto riguarda i viaggi a lunga percorrenza e l’Alta velocità, la dove ci sono stati problemi, quasi sempre questi non sono da imputare al servizio, quanto agli incidenti nei percorsi o alle calamità naturali.
E quando succede che il treno pagato profumatamente subisce dei ritardi, come dobbiamo comportarci?
Tutto dipende dai minuti. C’è una tabella apposita che spiega chiaramente quali siano i limiti dei rimborsi. Va detto anche che i rimborsi non vogliono mai dire soldi restituiti, viene offerto un voucher per un viaggio successivo e mai dello stesso importo speso. Vediamo insieme i dettagli.
I biglietti dei rimborsi devono essere utilizzati entro 12 mesi.
Esistono, tuttavia, circostanze per le quali non si ha diritto al rimborso. Non solo per via del ritardo inferiore ai minuti su descritti. Infatti nel caso di ritardi di treni regionali per abbonamenti con estensione regionali non si ha nessun diritto all’indennizzo.
Quindi non si ha diritto a rimborso nel caso in cui il prezzo del biglietto è inferiore a euro quattro o se il ritardo è comunicato già prima dell’acquisto del biglietto.